L’incolmabile distanza dalla vita

Attraversano

sentieri d’asfalto,

percorsi in cui eludere

la finzione.

 

Si tengono il battito

per mano,

e insieme

assecondano la vita.

 

Le loro speranze

dissonanti

cadono.

Le sofferenze,

tuttavia,

premono per restarvi.

 

E’ morte,

aria asfissiante.

 

Si è nel fondale

del difetto,

in un labirinto la cui

unica

via di fuga

 

è il silenzio.

 

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[Illustrazione di Elicia Edijanto]

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Il pittore del silenzio

S’incontrarono su una piccola scogliera del sud,

affascinati entrambi dal linguaggio del vento.

 

Lui, fondatore del silenzio, era solito guardare verso il mare, e con un lieve gesto percorrere la linea d’orizzonte.

 

Lei, ammiratrice del sole, mirava invece al tramonto, a cui pareva aspirare quando ne ricalcava i contorni.

 

Si rivolsero lo sguardo, come due specchi sfibrati accolti dalla stessa luce.

 

La donna, indebolita dal tepore, si scoloriva ad ogni passo.

 

L’uomo allora prese il colore,

si abbandonò al presente,

regalò il futuro

e le tinse l’anima.

 

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L’uomo incorporeo

Pareva sciogliersi

il colore

quando la sua voce

oscillava nel

vento.

 

Il silenzio,

ugualmente esposto alla verità,

tremava per

la volontà di svanire.

 

In lui

dimoravano i sogni

di chi li aveva smarriti.

Si adagiavano

sull’ombra del sole,

nei volti

di chi aveva udito

il suo canto.

 

Giornalmente

tramontava

il dolore;

 

in lui, emergeva

la vita.

 

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[Illustrazione di Florian Nicolle]

La fortezza dello squilibrio

Resterò ad osservare

le mie nuvole

tramutare in dense

fortezze.

 

Attenderò il sole

per danzare

in una polvere

di speranze.

 

E infine,

tra il buio del

castello,

e la solitudine dell’illusione,

prenderò dimora

nel coraggio.

 

Remerò fino

alla morte,

e raggiungerò

la vita.

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[Salvador Dalì Reminiscenza archeologica dell’Angelus di Millet]

Il lupo e l’alba del suo divenire

{Il lupo e l’alba del suo divenire}


Si svegliò, dopo aver notato che altri giovani, intorno a lui, avevano il volto verso il cielo e gli occhi serrati.

Nel disordine di un istante

 tentò di disincantarli,

agitando l’anima come un folle.

 

Questi, senza alcuna esigenza di ricorrere allo sguardo, gli posero rapidamente la mano sul cuore.

Iniziò a notare i suoi battiti allacciarsi a qualcosa di sconfinato: una melodia tanto morbida, quanto inesauribile, scorreva nelle loro armature.

Si guardò attorno; ognuno di essi, sprovvisto di una maschera, era rivestito da un vapore brillante.

Con la stessa fragilità con cui avevano accarezzato il suo cuore, cominciò allora a distendere le mani, pronto a esercitare lo stesso gesto verso il respiro di qualcun altro.

 

 

Amabilmente, sorrise.

Il vapore iniziò a scorrere sul corpo, e un sottile velo di colore gli tinse il corpo.

Iniziò a inseguire la musica che gradualmente colmava il suo spirito, lo stesso canto che in origine aveva raggiunto tutti.

 

Chiuse gli occhi,

alzò il volto

e divenne lupo.

 

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[Dedicato a coloro che sanno, a chi comprende l’insolita suggestione della musica, la collisione con la poesia, e sopratutto, l’intreccio tra anime.]

L’umano che danzava tra illusione e realtà

«L’umano che danzava tra illusione e realtà»

[Introduzione]
Vi presento una storia composta da 9 capitoli differenti che mirano, attraverso la forza delle suggestioni, al concetto di fragilità umana.
Questa, si ispira ad “Umano, primo disco da solista del cantautore e compositore Ermal Metaripercorrendo gradualmente ogni brano.

 

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Eleide

«Signore, le sembra il modo di ammirare una vicinanza?

Lei mostra impeto, ma neppure un rimedio.

Come può eludere il tormento

 

«Eleide, è cosi lieve l’interesse che scorre,

delimita correnti, conosce soltanto impressioni.

Scivola via, e poi da fiume,

o sentimento

trova il suo profeta.

Diventa colore inscindibile».

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[Fotografia di Steve McCurry]

Tra i labirinti del tempo

C’è chi usa il mondo come un contenitore, seminando ogni emozione, e aspettando che fiorisca.

Ognuna di esse, lentamente, sembra mutare mentre si osserva, come fosse un giovane che abbandona le sue disarmate vesti per indossare un nuovo tipo di eleganza.

Diviene un luogo colmo di aspettative, un intreccio di timori e briciole di onore.

Si può marciare senza voltarsi, e soprattutto sorridere, senza il sospetto di un respiro infranto.

E ogni uomo, ormai dischiuso tra i labirinti del tempo, è lì a guardare il suo giardino, pronto a interrare altre forme di speranza.

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Inevitabilmente perplesso

Arriva nella vita di un uomo l’attimo di consapevolezza che lo rende inaspettatamente incosciente.
E la domanda che si pone, di fronte a questo annebbiamento, lo disorienta.

E’ stordito da un’ingenuità che non aveva mai individuato.
Un innocenza che lo porta, con una risposta, ad inchinarsi ai suoi dubbi.

‘Come potrei esprimermi?’

L’uomo colleziona negli anni medaglie di emozioni vissute, sperimenta il mondo da un punto di vista diverso da ogni altra personalità.
Ma se tutti noi siamo imbottiti di medaglie, quasi fino ad esplodere, c’è bisogno che l’uomo riesca ad indossarle differentemente dai suoi simili.
E allora si sceglie una destinazione, un obbiettivo che ci porti a rivelare le nostre caratteristiche migliori.

Come un albero da cui si diramano rami infiniti, così gli individui si allontanano per convivere con la decisione appresa.
Ciò che rende incredibile questa espressione dell’uomo è che lentamente egli riesce a manifestare la sua libertà e le sue origini, che sia dal suono di un pianoforte, o dal rumore dei suoi candidi passi su un palco.

Così ognuno di noi rappresenta se stesso, e tra note musicali, movimenti e parole, i rami si bloccano, lasciando altri uomini a guardare.

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Edvard Munch, ‘Sera sul viale Karl Johan’, 1892