Il pittore del silenzio

S’incontrarono su una piccola scogliera del sud,

affascinati entrambi dal linguaggio del vento.

 

Lui, fondatore del silenzio, era solito guardare verso il mare, e con un lieve gesto percorrere la linea d’orizzonte.

 

Lei, ammiratrice del sole, mirava invece al tramonto, a cui pareva aspirare quando ne ricalcava i contorni.

 

Si rivolsero lo sguardo, come due specchi sfibrati accolti dalla stessa luce.

 

La donna, indebolita dal tepore, si scoloriva ad ogni passo.

 

L’uomo allora prese il colore,

si abbandonò al presente,

regalò il futuro

e le tinse l’anima.

 

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Elogio a Bernard Marx

[Ispirato a Bernard Marx, da «​Il mondo nuovo​»​ di Aldous Huxley]

Era lì che abitava, in quel leggero libro posato sulle gambe, in quel mondo fantascientifico di cui non avevo visto nulla, ed io non conoscevo la sua identità.

Cosi, iniziai a esplorare.

Atterrai nel nuovo mondo, intorno a tutti loro, sentendomi già parte di un’umana stabilità, di una società senza difetti, ma al tempo stesso, senza coscienza.

Capitolo IV

Sbattei le palpebre.

Un uomo piccolo, come descritto, ma dopo ogni capitolo, sempre più grande.

Un individuo incosciente della sua meravigliosa individualità.

La sua essenzialità​ sembrava divorarmi ad ogni verso, era come osservarla tra le pagine.
La solitudine, purtroppo, lo accompagnava in ogni istante, e lui era consapevole di averla accanto.

Bernard Marx, nella sua complessa e brillante caverna di pensieri, mi regala speranza. Si dissocia dagli altri, perché per un «​errore»​ lui è ancora vero.

Conosce l’illusione che lo circonda, ma sa di dover mantenere l’ordine, si tiene in equilibrio sull’incomprensione che suscita in chi è illusorio.
E nel suo equilibrio, è un essere del tutto squilibrato.

Ma la libertà la conosce bene, Bernard. E’ sempre lì davanti, anche quando ad offuscarlo c’è la malinconia.

«E tu, non desideri essere libera?»

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