Il pittore del silenzio

S’incontrarono su una piccola scogliera del sud,

affascinati entrambi dal linguaggio del vento.

 

Lui, fondatore del silenzio, era solito guardare verso il mare, e con un lieve gesto percorrere la linea d’orizzonte.

 

Lei, ammiratrice del sole, mirava invece al tramonto, a cui pareva aspirare quando ne ricalcava i contorni.

 

Si rivolsero lo sguardo, come due specchi sfibrati accolti dalla stessa luce.

 

La donna, indebolita dal tepore, si scoloriva ad ogni passo.

 

L’uomo allora prese il colore,

si abbandonò al presente,

regalò il futuro

e le tinse l’anima.

 

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Reti di smarrimento

Accediamo tutti, prima o poi, a una realtà chiamata mondo.
Un paesaggio vasto e desolato, tinto di speranze e di innocenti aspettative.

Siamo lì, con le mani oscillanti, trasportati da un vortice di formale smarrimento.
Una realtà dove ognuno di noi riesce ad apparire, pur nascondendosi.

Chi non emerge, infatti, è comunque osservato e catalogato come essere, pur vivendo naturalmente come un essere celato.

E’ come un mondo di piccole strade collegate a vie intermedie, e a ognuno di noi è chiesto di spostarsi giorno dopo giorno. Una rete che ci cattura ad ogni impronta.

A volte poi si sbaglia strada, si tenta di sfuggire alla successiva, ma ne è inevitabile l’incontro.
Ogni uomo si dimentica spesso una via ormai lontana, pur mantenendone il sorriso regalato da chi vi abitava.

E in questo piccolo ma ingente mondo di strade, incontri e confronti, mai nessuno è poi cosi tanto attento nel memorizzarne i colori.

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Golconda (1953) – René Magritte