Inevitabilmente perplesso

Arriva nella vita di un uomo l’attimo di consapevolezza che lo rende inaspettatamente incosciente.
E la domanda che si pone, di fronte a questo annebbiamento, lo disorienta.

E’ stordito da un’ingenuità che non aveva mai individuato.
Un innocenza che lo porta, con una risposta, ad inchinarsi ai suoi dubbi.

‘Come potrei esprimermi?’

L’uomo colleziona negli anni medaglie di emozioni vissute, sperimenta il mondo da un punto di vista diverso da ogni altra personalità.
Ma se tutti noi siamo imbottiti di medaglie, quasi fino ad esplodere, c’è bisogno che l’uomo riesca ad indossarle differentemente dai suoi simili.
E allora si sceglie una destinazione, un obbiettivo che ci porti a rivelare le nostre caratteristiche migliori.

Come un albero da cui si diramano rami infiniti, così gli individui si allontanano per convivere con la decisione appresa.
Ciò che rende incredibile questa espressione dell’uomo è che lentamente egli riesce a manifestare la sua libertà e le sue origini, che sia dal suono di un pianoforte, o dal rumore dei suoi candidi passi su un palco.

Così ognuno di noi rappresenta se stesso, e tra note musicali, movimenti e parole, i rami si bloccano, lasciando altri uomini a guardare.

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Edvard Munch, ‘Sera sul viale Karl Johan’, 1892

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